I metalli preziosi sono da sempre apprezzati dall’uomo per la loro resa estetica e per le caratteristiche organolettiche, ma modernamente è il loro valore ad essere al centro dell’attenzione di migliaia di investitori e risparmiatori.
Essi infatti sono scambiati su mercati per alcuni aspetti non dissimili da quelli inerenti le azioni o i titoli e con le loro quotazioni tengono con il fiato sospeso tutti coloro che li scelgono in quanto straordinari beni rifugio.
I metalli preziosi sono dei materiali caratterizzati essenzialmente dalla rarità e dalla difficoltà di reperimento. Tra essi troviamo ad esempio l’iridio, il rodio, il palladio e il platino, ma la palma dei più famosi e ricercati va senza alcun dubbio a oro e argento.
L’oro in particolare è il protagonista di un mercato di scambio del tutto particolare, che si svolge quotidianamente in tutto il mondo, praticamente senza soluzione di continuità e che è alla base anche della procedura di determinazione del prezzo di tutti gli oggetti in oro, anche usato, successivamente posti in commercio.
Il biondo metallo viene scambiato fuori borsa, mediante contrattazioni tra cedente e acquirente che si svolgono senza la necessaria presenza di intermediari, su una piazza globale che, fatta eccezione per alcuni brevi intervalli tecnici, si svolge 24 h su 24,rendendo particolarmente semplice per gli interessati, sia la procedura di acquisto, che l’eventuale decisione di liquidare in seguito l’investimento fatto.
Quando le contrattazioni avvengono direttamente, il mercato è definito OTC, ovvero Over the Counter.
Ciò significa che il prezzo (comunemente definito prezzo au comptant o prezzo spot) viene stabilito in base al gioco della domanda e dell’offerta, con la conseguenza che i grandi gruppi internazionali, quali ad esempio i grandi Banco Metalli, movimentando grandi quantità di metallo prezioso, possono influenzare direttamente il prezzo dell’oro, semplicemente intervenendo nelle contrattazioni.
Al contrario, si parla di mercato (e quindi prezzo) future, in relazione alle contrattazioni a termine
Questo particolare mercato non segue le regole tipiche del mercato azionario.
Non essendo individuabile un momento di chiusura, ad esempio, non è nemmeno determinabile il prezzo corrispondente.
Al fine di reperire un indice certo sulle quotazioni, si ricorre quindi ad altri sistemi.
Innanzitutto è possibile utilizzare il prezzo di chiusura medio, stimato ed elaborato da alcune banche dati accreditate sulla base dei dati inerenti alle contrattazioni. A tale scopo vengono applicati dei metodi documentali di efficacia comprovata e comunemente accettati dagli operatori di settore, quale ad esempio l’individuazione del prezzo spot raggiunto in un determinato momento della sequenza presa in esame.
Nella maggior parte dei casi comunque, si prende a parametro il cosiddetto fixing dell’oro, ovvero il prezzo fissato dalla Borsa di Londra.
A partire dalla fine dell’800 spetta infatti a questa istituzione, presso la quale ha sede un comitato composto da quattro dei più rilevanti Istituti Bancari (tra cui, ad esempio Barclays), calmierare il mercato monitorando costantemente l’immissione di oro sullo stesso, allo scopo di mantenere in equilibrio domanda e offerta.
All’apertura delle contrattazioni, i quattro membri (prima erano cinque grandi gruppi, ma la Deutsche Bank ha lasciato il fixing) ricevono l’indicazione del prezzo di apertura stabilito dal direttore e, sulla base di questo, valutano le commesse ricevute e procedono alla compravendita. Quando domanda e offerta sono in equilibrio, si procede a fissare il prezzo in via ufficiale e a comunicarlo due volte al giorno.